Ci sono Fabio Cornilo (sezione di Torino) che ieri sera era uno dei due assistenti in Chievo – Bologna. Walter Giachero (Pinerolo) che domenica ha fatto lo stesso in Roma – Palermo e Riccardo Di Fiore (sezione di Aosta), visto martedì allo Juventus Stadium contro il Fiorentina. Poi ancora Emiliano Gallione di Alessandria, che quest’anno ha collezionato diverse direzioni in B compresa quella di Vicenza – Torino. La punta dell’iceberg per gli arbitri piemontesi (con la costola valdostana) al momento è tutta qui. Anche se forze fresche stanno bussando alla porta del massimi campionati a rinverdire i fasti recenti dei vari Trentalange, Pairetto e Rosetti.
In effetti al piano di sotto, ossia quella CAN Pro che segue Prima e Seconda Divisione, sono già inseriti i tre della sezione di Nichelino, ossia Davide Penno, Claudio Lanza e Luca Pairetto. Quest’ultimo, come iI nonno e il padre, persegue la tradizione familiare. Oltre ai nichelinensi, ci sono Diego Bruno di Torino e Gianluca Manganello di Pinerolo. E con loro diversi assistenti piemontesi, tra i quali Giuseppe Borzomi e Filippo Pancrazi (Torino), Giovanni Iacobone (Nichelino). Stefano Liturco (Collegno), Angelo Croce e Francesco Mosca (Chivasso). E ancora quelli in D e la pletora di coloro che si occupano di calcio a 5. Come a dire che il movimento è vivo, anche nel torinese.
La conferma arriva da Gianmario Cuttica, un passato in campo, un presente al fianco dei suoi ragazzi come presidente regionale: “Non mi chieda di fare classifiche, sa bene che non posso e non sarebbe nemmeno giusto. Tuttavia, arbitri piemontesi ed anche assistenti, a cominciare ovviamente da quelli delle sezioni torinesi che sono anche numericamente le più vive, si stanno facendo valere. Non possiamo pretendere di averne sempre nella massima serie, è fatale che ciclicamente debba esserci ricambio, però le prestazioni che settimanalmente offrono ci confortano”.
Anche i numeri parlano chiaro: IIl boom lo abbiamo registrato un anno fa con 340 iscritti in più superando di poco quota 2.000 e quest’anno abbiamo incrementato di un centinaio. Segno che stiamo seminando bene e che la figura attira. Mi piace pensare che non sia solo per la tessera e i rimborsi, che pure specie ai ragazzini fan comodo, ma anche per il senso di dovere e di regole che la nostra figura rappresenta”. Quindi accanto alla qualità c’è anche molta qualità: “Bisogna solo aver pazienza e non affrettare i tempi, i nostri arbitri stanno tornando”.
Articolo ad opera di Federico Danesi, CronacaQui.it