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Adddio a Diego De Leo, arbitro dei due mondi

La lunga avventura umana e arbitrale di Diego De Leo si è conclusa l’ultimo giorno del mese di gennaio, dopo 94 anni ricchi di soddisfazioni e successi.

La lunga avventura umana e arbitrale di Diego De Leo si è conclusa l’ultimo giorno del mese di gennaio, dopo 94 anni ricchi di soddisfazioni e successi personali ed arbitrali raccolti davvero in ogni angolo del mondo.

De Leo, il Garibaldi del fischietto

Gli inizi leggendari narrano di un giovane arbitro di Prima divisione (l’attuale serie D) che, nel 1948, emigra dal Veneto, si presenta in Argentina come arbitro di “Primera Division” e viene subito designato per una gara della massima serie del campionato argentino con il Boca Juniors. Ciononostante, tutta la sua vita arbitrale è una sorta di “leggenda”, irripetibile, tra Vecchio e Nuovo Mondo: arbitro in Argentina e Colombia, torna in Italia e dirige 36 gare in Serie A fino al 1957 per poi rientrare in America Latina, ottenere la qualifica di arbitro internazionale e dirigere in Brasile, Cile, Perù e Messico, fino alle designazioni per la federazione messicana ai Giochi Olimpici del 1968 – ove arbitra la finale – e ai Campionati mondiali del 1970.

Chiusa la parentesi sui terreni di gioco, rientra in Italia e nella sua sezione di Bassano del Grappa, intervallando gli incarichi tecnici nella nostra Associazione, anche ai massimi livelli, con i sempre numerosi impegni in tutto il mondo quale istruttore FIFA, mantenendo fino agli ultimi giorni intatta la passione per l’arbitraggio e la sua grande capacità di trasmettere ai giovani i propri insegnamenti e le proprie esperienze.

Il Presidente dell’AIA Marcello Nicchi ed il Vice Narciso Pisacreta insieme a tutti i componenti del Comitato Nazionale esprimono profondo cordoglio anche a nome dei 35.000 arbitri italiani.