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Attentato di Barcellona, l’esperienza di Omar

Il racconto del nostro caro Omar Giaveno, collega presente a Barcellona che, insieme alla sua famiglia, ha evitato l'attentato per una questione di minuti

Il mondo ha ancora una volta dovuto ad assistere ad un barbaro atto terroristico. Questa volta è stata Barcellona ad essere colpita, divenendo obiettivo di una scia di sangue che sembra non placarsi davanti ad alcunché. Tuttavia questa non è la sede adatta per approfondire le dinamiche del terrorismo e lasciamo volentieri ai notiziari l’onere di raccontare ogni possibile evoluzione informativa.

A Barcellona, proprio durante le ore dell’attentato, si trovava un pezzo importante della nostra sezione, ovvero Omar Giaveno, AE classe 1998 che i meriti sportivi fanno annoverare tra le promesse per il futuro arbitrale di Pinerolo e non solo. Premettiamo subito che il giovane ragazzo pinerolese sta bene e non è stato coinvolto in alcun modo nell’attentato.

Omar, “L’emozione nella tragedia”

“Circa mezzora prima dell’attacco io e la mia famiglia ci trovavamo sulla Rambla. Passeggiavamo normalmente e il clima era quello di ogni giorno. Avevamo inoltre notato un’ingente presenza di forze dell’ordine che non ha fatto che accrescere il nostro innato senso di sicurezza. Siamo arrivati in hotel intorno alle 17 e lì abbiamo appreso di ciò che stesse accadendo laddove fino a poco fa eravamo noi. Sembrava un film, eravamo increduli.”

Omar ha anche assistito alla commemorazione delle vittime che si è tenuta in Plaza Catalunya: “La piazza era davvero strapiena di gente, commossa e scossa da quanto accaduto. Dopo il minuto di silenzio l’applauso della gente è stato così forte che ha creato una sorta di folata di vento chiaramente percepibile. L’insieme di queste migliaia di battiti di mani mi ha dato una grande forza interiore, che mi ha dimostrato che solo l’unione dei giusti può farci andare avanti e combattere questo terrore. È stata un emozione davvero molto forte che mi ha colpito profondamente.”

Ha scaturito invece sentimenti opposti la visita nel “sito” dell’attacco: “C’erano un sacco di fiori, insieme a numerosi oggetti e biglietti scritti in varie lingue. Per terra vi erano ancora macchie di sangue, è stata davvero un vista macabra.”

Ringraziando Omar per questo racconto, alleghiamo alcune immagini da lui stesso scattate nei luoghi dell’attacco e delle commemorazioni.

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