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Silvia, un diversivo per una nuova crescita

Silvia, un diversivo per una nuova crescita

Il nono #PineTellings è il primo femminile. Riguarda Silvia Zoppetto, che saltando un'interrogazione ha intrapreso un cammino che ha stravolto la sua esistenza.

Il nono #PineTellings è il primo femminile. Riguarda Silvia Zoppetto, che saltando un’interrogazione ha intrapreso un cammino che ha stravolto la sua esistenza.

Quando mi chiedono “come mai tra tutti gli sport, l’arbitraggio?“, la risposta è sempre la stessa “Perché sì, ed è tutto nato per gioco”. È cominciato una mattina di inizio ottobre quando l’AIA di Pinerolo è venuta a fare una conferenza, che poi ho capito essere a scopo di reclutamento, nel mio liceo, il Maria Curie.

Metti un Reclutamento al Curie…

Arianna, Evelin, Francesca, Nicolò ed io ci siamo capitati per caso, accogliendo il consiglio della nostra professoressa di ginnastica di parteciparvici, perché “vi apre ad un nuovo mondo“. Incuriositi andiamo, sebbene mossi da altro in realtà, ovvero saltare l’interrogazione di scienze. Chi avrebbe mai pensato che quello sarebbe stato l’inizio del mio futuro in quella grande famiglia. C’erano quattro o cinque ragazzi e Gianluca Manganiello come ospite d’onore.

Il responsabile ci illustra cos’è l’AIA, di cosa si occupa, di che vantaggi si possono avere facendone parte e via così per un’oretta. Alla fine del reclutamento passa un foglio su cui scrivere, senza nessun impegno, nome e cognome per eventuali contatti in futuro: tutti e cinque ci iscriviamo.

Silvia, dai dubbi al campo

Da quel momento in poi nasce la mia di storia. Non sarebbe passato molto tempo prima che Maurone (Mauro Vignolo, ndr) ci inserisca in un gruppo Whatsapp chiamato Corso Arbitri 18/19. Iniziano i primi incontri, il martedì, il giovedì sera e il sabato pomeriggio subito dopo scuola.

Fino al giorno dell’esame, un pomeriggio del Gennaio 2018. Arriva poi l’esordio, in data 3 febbraio 2018. Il tutor è il Press Giuseppe Puddu. Non ricordo molto di quella partita, solo l’atmosfera: l’agitazione e la paura di sbagliare si facevano sentire e non mancava nemmeno il peso degli occhi addosso. Le prime partite passano, arrivano le designazioni per le regionali, il livello dell’asticella si alza e piano piano raggiungo i miei primi traguardi. Fino ad arrivare quest’anno a poter fare l’esordio in Seconda Categoria.

Sinceramente quando ho iniziato, non avrei mai pensato di essere tagliata per questo “mestiere”. I requisiti erano tanti, come responsabilità, carattere che io ancora non avevo, così come la passione. Ma quel gioco poi ha iniziato a far parte della mia vita, mi si è cucito addosso, la passione a radicarsi in me e il carattere a prendere forma.

Silvia, vita da arbitro

Col tempo impari ad avere coraggio nel prendere decisioni in campo, giuste o sbagliate che siano. Devi mostrare sicurezza a chi ti sta guardando e a chi sta cercando un modo per metterti in difficoltà. Così impari ad avere fiducia in te stesso, nelle tue capacità e, fondamentalmente, impari che dagli errori si può solo imparare, senza farsi abbattere da un partita andata male. Perché le difficoltà è ovvio che capitino: tuttavia, ti aiutano a crescere e ad affrontare momenti difficili, anche al di fuori della partita che giochi la domenica.

Ero una ragazza che non credeva in sé stessa e l’essere messa di fronte a ragazzi e soprattutto adulti che criticano ogni minuto ogni tuo movimento, dal fischio sbagliato al cartellino che non doveva essere tirato fuori, mi ha fatto prendere fiducia in me stessa e consapevolezza delle mie capacità. Sto crescendo e per questo devo ringraziare questa grande famiglia che è la sezione di Pinerolo.