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Alberto Zaroli, una sera con un amico

Alberto Zaroli, una sera con un amico

L'amico Alberto Zaroli è stato ospite della nostra ultima RTO ed ha portato spunti, motivazione e buon umore tra tutti i presenti!

Che Alberto Zaroli, componente del Comitato Nazionale dell’AIA, sia tra i nostri più cari amici è cosa consolidata ormai da lungo tempo. Così, è stato un piacere accoglierlo come ospite dell’ultima RTO, tenutasi lunedì 7 novembre presso i nostri locali sezionali. Un’ora intensa, piena di spunti e di legami con la recente attualità sportiva.

Zaroli, che antipasto!

Prima di cominciare la dissertazione, Alberto Zaroli ha voluto consegnare alcuni dei riconoscimenti risalenti alla cena sezionale, evento alla quale purtroppo è mancato. Sono stati così premiati per la benemerenza Dario Martina e l’ex Presidente Puddu, mentre Gianfranco Passet ha potuto ricevere la targa dei 65 anni di associazione.

Con un AIA che cambia, parlare di me è secondario. Prima, è importante raccontare ciò che siete voi”. Così Zaroli ha cominciato la sua chiacchierata, partendo da “ciò che si trova” della nostra sezione e dai due nostri arbitri nazionali, elogiando come “la nostra sezione abbia un percentuale di raggiungimento degli obiettivi di successo molto più alta della media”, sottolineando il buon lavoro svolto anche dai presidenti precedenti (nella foto).

Dall’attuale, al futuro!

Da chi è arrivato a chi arriverà. Da Matte e Manga a Riccardo Gallo Rosso. Così Zaroli è piombato a chi sta crescendo nelle pance degli Organi Tecnici, tra cui anche il nostro Riccardo, recentemente incluso nel progetto Mentor & Talent AIA. “Essere Talent è un concetto importante quanto simbolico. Non si è talenti, non si è già arrivati“. È seguito poi il racconto di Ricky, a cui risponde uno spunto di Zaroli: “È importante porsi un obiettivo raggiungibile, definire uno spazio circoscrivibile e da lì lavorare concretamente su noi stessi“.

Logos, Ethos e Pathos

Per crescere è necessario condividere. Per esprimere questo concetto Zaroli è partito dal concetto del cestino in cui buttare cartacce (per indicare un discorso unilaterale), abitudine da cancellare, per arrivare al concetto di condivisione è apertura. “La sezione non deve essere obbligo, ma stimolo. Libertà di chiedere consigli, confrontarsi sempre. E l’esempio deve venire già dai dirigenti, attraverso un messaggio che sia entusiasta e passionale”.

Così, in tutte le cose, ci deve essere Conoscenza (Logos), Etica (Ethos) e Emozione (Pathos). “Se ci limitiamo alla teoria, al conoscere in modo ‘grigio’, sembra tutto palloso, noioso. La rappresentazione dei valori dell’arbitraggio, in termini di correttezza, autorevolezza e imparzialità, è l’etica che toglie questa patina di grigio, che ci distingue nel nostro ruolo. Se a tutto questo vogliamo bene, se lo facciamo con sentimento, troviamo l’Emozione, il colore della nostra attività, la voglia di essere qui anche a 85 anni come Gianfranco Passet“.

Zaroli, dagli inizi, come tutti

“Ognuno di noi ha avuto lo stesso percorso, anche il Presidente Nazionale ha iniziato come voi”. L’importanza del cammino comune è un altro argomento cardine del discorso di Zaroli, che ha voluto coinvolgere Roman Bongiorno, uno degli associati più recenti, per un parallelismo con un giovane Orsato. “Crescere è uno stimolo. Si impara nel cammino con fame e entusiasmo”.

Infine, Zaroli, usando il paragone con Ms. De Coubertin (padre delle Olimpiadi Moderne), sfata un mito. “De Coubertin non ha mai detto solamente ‘l’importante è partecipare‘, ma l’importante è partecipare con spirito vincente! Nessuno affronterebbe uno sport per perdere, ma per vincere paure, limiti e raggiungere il risultato.

Così Alberto ha concluso la sua dissertazione. Un discorso condiviso, amabile e scorrevole, che fornisce spunti chiari e intensi ai nostri associati, che già da questo weekend avranno modo di scendere in campo più coinvolti ed autorevoli.